Inaugurazione a Tradate della struttura Casa di Comunità

“Casa di Comunità… non semplicemente un luogo fisico, ma un nuovo modo di concepire la sanità, più vicino al cittadino e alla sua famiglia, più completo, che integra l’assistenza ospedaliera con quella sociosanitaria e sociale, che unisce gli Ospedali e i Distretti alle Cure primarie e ai Comuni”. Così, la Sanità Lombarda potenzia i servizi del territorio: una Sanità più vicina, più accessibile.

Questo il messaggio e l’annuncio che hanno attraversato tutti gli interventi delle Autorità presenti all’inaugurazione della nuova struttura tradatese di Via Gradisca 16 nella mattinata del 16 aprile 2022.

Quella di Tradate è infatti una delle nove “Case di Comunità” previste nell’ambito del Sistema Socio Sanitario della Regione Lombardia per la provincia di Varese e gestite dalla ASST Sette Laghi, assieme alle altre di Luino, Laveno Mombello, Angera, Sesto Calende, Azzate, Gavirate, Arcisate, Varese viale Monterosa.

Un evento davvero significativo nel panorama delle iniziative riguardanti la Sanità del territorio. Un’importanza attestata dalla presenza, nel rito di inaugurazione, di autorità amministrative, politiche, sanitarie. Per la Regione Lombardia erano presenti il presidente Attilio Fontana, la vice presidente di Giunta ed assessore al Welfare Letizia Moratti, l’assessore all’Ambiente e Clima Raffaele Cattaneo, il presidente della Commissione permanente-Sanità e politiche sociali Emanuele Monti, la vice presidente del Consiglio Regionale Francesca Brianza, ed altri funzionari.

Il mondo sanitario era rappresentato dal Direttore generale della ASST Sette Laghi Gianni Bonelli, dal Direttore Amministrativo Ugo Palaoro, dal Direttore generale di ATS Insubria Lucas Maria Gutierrez, dal Direttore medico di Presidio Brunella Mazzei, Primari e Medici e Infermieri del distretto. Non è mancata la presenta senatoriale del tradatese Stefano Candiani.

Essendo l’invito all’inaugurazione esteso alle Associazioni e agli Enti del territorio che hanno stretti rapporti con l’ambiente sanitario e con quello sociale, l’evento ha visto la partecipazione di numerose realtà, non solo locali. Esso ha offerto l’occasione per parlare dei nuovi criteri di gestione e delle finalità della Sanità Lombarda, che trovano applicazione anche attraverso nuove strutture come quelle delle “Case della Comunità”.

Introdotti da Francesca Mauri (dell’Ufficio Relazioni esterne di ASST Sette Laghi) gli interventi dei relatori hanno espresso significativi particolari al riguardo.

Barbara Macchi, responsabile della componente infermieristica della “Casa” di via Gradisca, ha sottolineato il valore aggiunto apportato dalla riforma del sistema sanitario che ha al centro il coinvolgimento di più attori ed in particolare degli infermieri e miglior rapporto consentito coi pazienti e cittadini.

Gianni Bonelli ha insistito sul concetto di “prossimità” che trova espressione nelle “Case di Comunità” previste dalla riforma, ma anche negli “Ospedali di Comunità” (in provincia di Varese a Cuasso al Monte) e nei “servizi di comunità”. Un sistema di ‘logica di rete’ ma che pone attenzione soprattutto alle esigenze specifiche della comunità locale: “è l’offerta che va a soddisfare il bisogno!”.

In tal senso importante è la sinergia tra istituzioni diverse a cominciare dalle comunità locali, come luogo di connessione di servizi ed il supporto anche delle associazioni del Terzo Settore e di volontariato. La “Casa” di Tradate avrà inoltre opere di riqualificazione e un gruppo di lavoro lavorerà a stretto contatto.

Lucas Maria Gutierrez nel suo intervento ha sottolineato la centralità del fattore “territorio” e dell’importanza di avere servizi integrati che siano “prossimi” al territorio. Il territorio dell’Insubria, ha ribadito, “ha bisogno di strutture di prossimità ma anche di integrazione”. Strutture dove il cittadino “può trovare un insieme di servizi in una logica di integrazione e un approccio globale alla persona con tutti i fabbisogni”. Gutierrez cita l’impegno svolto dal sindaco di Tradate e della sua amministrazione come parte attiva nella logistica dei servizi.

E, appunto, nell’intervento del sindaco Giuseppe Bascialla l’ammissione della parte critica delle varie riforme della Sanità, che non sempre hanno posto al centro il cittadino e il paziente.

“Io affronto il discorso da medico e affronto il discorso da sindaco… ; importante in questa riforma è l’amalgama di territorio e servizi sociali con la struttura ospedaliera… perché le problematiche ricadono sempre sui Comuni”. Concludendo con l’osservazione che “anche la medicina di base deve dare la sua parte”.

Primo firmatario della legge di riforma della Sanità Lombarda (approvazione della Legge Regionale 14 dicembre 2021, n. 22, che contiene “interventi di miglioramento e rafforzamento del sistema sanitario e sociosanitario lombardo”), Emanuele Monti ha esplicitato come l’inaugurazione delle “Case di Comunità” costituiscano la realizzazione di tale riforma: “una legge concreta, con un cronoprogramma e con risorse certe”.

Letizia Moratti, riprendendo i “due punti fondamentali, tempi e risorse certe”, citati da Monti, ha esplicitato che per quanto riguarda le risorse “contiamo su 1 miliardo e due da parte del PNRR, e 800 milioni di Regione Lombardia”. Inoltre, per quanto riguarda i tempi “40 percento delle Case di Comunità e Ospedali di Comunità verranno attivati quest’anno 2022, un ulteriore 30 percento l’anno prossimo, e 30 percento nel 2024. Quindi tempi e risorse certe”.

Indicando la discontinuità con gestioni passate quando “avevamo governi che non investivano in Sanità”, Moratti ha ribadito i significati del nuovo corso: “una riforma che ha avuto un iter importante, di confronto, ascolto con sindaci, con sindacati, con le associazioni dei pazienti, con le associazioni del Terzo Settore”.

“Una sanità che prende in carico la persona e non solo la malattia, una sanità che nelle Case di Comunità significa accoglienza e presa in carico attraverso un gioco di squadra, multidisciplinare, formata da medici, di medicina generale e specialistici, infermieri… ; una riforma ben radicata nel territorio e vicina ai cittadini”

L’intervento finale, conclusivo, da parte del presidente Attilio Fontana ha posto l’accento sul fatto che “siamo la prima Regione in Italia ad aver approvato una riforma che va nella direzione di ravvicinare la sanità ai cittadini”; “la presa in carico di tutti i bisogni e di tutte le necessità sanitarie e sociali che un cittadino può avere soprattutto nei momenti in cui mostra fragilità”.

Una riforma – ribadisce Fontana – che dà la possibilità a tutte le componenti della nostra società di dire la loro e dare il loro contributo nel miglioramento dei servizi, con anche il riconoscimento ‘istituzionalizzato’ del volontariato. “Dobbiamo collaborare tutti… e correggere scelte sbagliate operate in precedenza…”.

In definitiva, nelle parole di tutti gli intervenuti un augurio e soprattutto un impegno. Dopo i discorsi sono seguiti la benedizione della struttura di via Gradisca, impartita da Mons. Tullio Citrini della Comunità Pastorale tradatese, e il rituale taglio del nastro con convinto battimani beneaugurante.

Ci sembra importante anche citare parte delle parole accompagnatorie della benedizione: “Fa’ che questa Casa diventi un luogo di benedizione e di carità autentica, dove i medici esercitino con sapienza la loro difficile arte, qui il personale sanitario presti con sollecitudine il proprio servizio, qui vengano i fratelli a visitare chi soffre”.

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